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Come l'esercizio fisico aiuta a mangiare più sano
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Incide sul metabolismo ma anche sul comportamento e quindi sulle scelte alimentari

MILANO - Non ci sono più dubbi (nè scuse): se si ha intenzione di dimagrire, associare a una dieta bilanciata un po' di sano movimento è il modo giusto per riuscire davvero a perdere peso. E ora uno studio dell'Università di Harvard aggiunge qualcosa in più a quello che già si sa da tempo. Secondo Miguel Alonso Alonso, autore della ricerca e docente di neurologia ad Harvard che si occupa da anni delle basi neurocognitive del comportamento alimentare, l'esercizio fisico, oltre a migliorare il metabolismo, "modificherebbe" il cervello e quindi il comportamento e le scelte alimentari, favorendo una dieta più sana ed equilibrata.

STRUTTURE CEREBRALI - «Studi precedenti — spiega il neurologo — hanno dimostrato che l'esercizio modifica alcune strutture cerebrali e il loro funzionamento: aumenta la capacità di sentirsi sazi e migliora le performance nei test sulle funzioni cerebrali esecutive, come il controllo inibitorio. Questo è molto importante, perché l'abilità nel "sopprimere" comportamenti non adeguati ai nostri scopi influenza anche le scelte alimentari: un buon controllo inibitorio è alla base della possibilità di riuscire in una dieta per perdere peso ed è anche essenziale per prevenire l'accumulo di chili di troppo nei soggetti con peso normale». Andrea Ghiselli, ricercatore dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, è però un po' scettico: «Ho qualche dubbio sui rapporti di causa-effetto fra esercizio fisico e scelte alimentari. Non nego che ci possa essere un legame, ma trovo più probabile che entrino in gioco altri meccanismi. Chi fa attività sportive, o comunque esercizio fisico, è generalmente più attento alla propria salute e quindi compie scelte alimentari migliori. O ancora, chi, in condizioni di sovrappeso, intraprende un programma di attività fisica per perdere peso, fa normalmente così fatica da stare poi bene attento a non vanificare tanta sofferenza con una dieta sbagliata». «E ancora, se guardiamo alle fasce sociali più svantaggiate — aggiunge Ghiselli — troviamo spesso soggetti in sovrappeso perché il cibo meno sano è di solito più a buon mercato, ma spesso chi lo acquista non sa affatto che è poco sano. Una corretta educazione alimentare può invece insegnare a tutti a fare le scelte giuste, salvaguardando insieme salute e portafoglio. Insomma, riuscire a resistere alle "tentazioni" alimentari dannose per la salute è senz’altro importante, ma prima bisogna sapere quali sono. E l’educazione alimentare da sola ancora non basta: è l'educazione allo stile di vita corretto in generale che fa davvero la differenza»

STILI DI VITA - «Detto ciò, — prosegue Ghiselli — l'esercizio fisico ha moltissimi effetti positivi, soprattutto sul metabolismo: una ricerca di qualche tempo fa ha dimostrato, in due gruppi di persone sottoposte a dieta identica, che già dopo pochi giorni di dieta nel gruppo dei sedentari (divenuti tali su specifica "prescrizione" nel corso dell’esperimento) si riduce la sensibilità all'insulina, al contrario di quanto accade a chi continua a praticare un'attività fisica». E la insulinoresistenza (ovvero la ridotta capacità dell’organismo a rispondere all’azione di questo ormone) porta, per compensazione, a un aumento del rilascio dell’insulina stessa, che causa, a sua volta, un aumento dell’appetito e a lungo andare anche patologie, come il diabete. «Insomma, — conclude Andrea Ghiselli — sì al movimento, ma senza sperare che ci "illumini" troppo, da solo, sulle scelte alimentari più corrette. In altre parole: se vado spesso a mangiare i panini del fast food, difficilmente smetterò di farlo solo iscrivendomi in palestra».

Elena Meli

[Fonte: CorrieredellaSera.it - Salute/Nutrizione - 13 gennaio 2012]





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