I giovani presentano carenze vitaminiche che possono provocare disturbi cardiovascolari
Sarà colpa dei fastfood, o forse dell'abitudine di mangiare alimenti trasformati, grassi e poco nutrienti… fattostà che i giovani presentano preoccupanti carenze vitaminiche nell'organismo. L'allarme giunge dagli Usa dove un team di ricercatori ha riscontrato che gli insufficienti apporti di vitamine, e in particolare di vitamina D, attraverso l'alimentazione è associato a un aumento dei fattori di rischio per problemi cardiovascolari, come infarto e ictus. La doppia ricerca è stata condotta analizzando i dati registrati dal National Health and Nutrition Examination Survey condotto negli Stati Uniti tra il 2001 e il 2004. Il programma sanitario avviato proprio a causa della mancata informazione riguardo i pericoli derivanti dalla carenza di vitamina D nel rischio di malattie cardiovascolari. Questo doppio studio è il primo del genere a mettere l'evidenza sul rischio da parte di bambini e ragazzi riguardo alle carenze vitaminiche, mentre fino a oggi ci si era concentrati unicamente sui possibili problemi a cui sarebbero andati incontro gli adulti, sottolinea il dr. Jared P. Reis. Allo stesso modo, si è sempre solo sottolineato come la carenza di vitamina D avesse un ruolo nel rachitismo, mentre noi abbiamo voluto esplorare altri campi d'influenza, precisa il dr. Michal L. Melamed. Per arrivare alle loro conclusioni, i ricercatori hanno esaminato l'incidenza dei livelli di vitamina D nel sangue di un consistente numero di bambini e giovani di età compresa tra 1 e 21 anni. Dai dati raccolti è emerso che il 9% (circa 7,6 milioni di giovani) dei ragazzi presenta delle carenze di vitamina D nella misura del 15 nanogrammi per millilitro di sangue, mentre ben il 61% (circa 50,8 milioni di giovani) presentano insufficienti livelli di vitamina D nell'ordine compreso tra i 15 e i 29 nanogrammi per millilitro. In particolare, i bambini con scarsi livelli di vitamina D sono stati trovati con una maggiore predisposizione all'ipertensione, alti livelli di zuccheri nel sangue e bassi livelli di colesterolo HDL (quello "buono"). I dati sono stato così sconcertanti, dichiarano i ricercatori, che non hanno voluto pubblicare i risultati fino a quando, dopo oltre sei mesi, non hanno avuto conferma che i numeri fossero reali. E, anche se non è certo che una carenza di vitamina D nell'infanzia sia collegata a problemi cardiovascolari da adulti, fatto è che se si ha la pressione alta già a vent'anni, quando se ne avrà sessanta la cosa potrebbe essere preoccupante, suggeriscono gli scienziati. Questi dati dovranno essere confermati da ulteriori studi, concludono i ricercatori, tuttavia è indubbio che adeguati apporti vitaminici possano prevenire malattie e disturbi. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista "Pediatrics".
(lm&sdp) [Fonte: LaStampa.it|Benessere - 04/08/2009] |