Rischio cardiovascolare se c'è poca vitamina D |
Bassi livelli di vitamina D possono aumentare il rischio di malattie cardiache
Nelle persone che non riescono a elaborare adeguatamente il colesterolo a causa di scarse concentrazioni di vitamina D, come avviene ad esempio nei diabetici, vi è il rischio di sviluppare malattie a danno dell'apparato cardiocircolatorio. Questo accade perché il colesterolo non trattato in maniera corretta, va ad accumularsi nelle arterie compromettendone il buon funzionamento. Lo hanno scoperto i ricercatori americani della Washington University School of Medicine presso il Barnes-Jewish Hospital di St. Louis coordinati dal dr. Carlos Bernal-Mizrachi, che hanno condotto uno studio per riuscire a comprendere come mai i le persone affette da diabete sviluppassero in misura maggiore disturbi cardiovascolari, così come evidenziato da precedenti studi. I ricercatori, per lo studio, hanno utilizzato cellule "macrofagi" prelevate da persone sane e persone affette da diabete, sia con normali livelli di vitamina D che con scarsi livelli. Dai dati acquisiti è emerso che scarsi livelli di vitamina D non permettono alle cellule "macrofagi" di assorbire adeguatamente il colesterolo presente nel sangue, ovvero: i macrofagi fanno, per così dire, indigestione di colesterolo. Dopo un po' queste cellule non riescono più a smaltire il colesterolo assorbito in eccesso e diventano "cellule schiumose": un chiaro sintomo di arteriosclerosi. E più i livelli di vitamina D erano bassi, più i macrofagi diventavano cellule schiumose. Ancora una volta si evidenzia l'importanza di questa vitamina per la salute e il buon funzionamento dell'organismo. La vitamina D, come risaputo, si sintetizza al meglio esponendosi alla luce solare, tuttavia non tutte le persone hanno la possibilità di farlo. A motivo di ciò i ricercatori auspicano di poter dare avvio a programmi che promuovano l'uso controllato di esposizione alla luce e l'assunzione di supplementi di vitamina per combattere il problema del colesterolo, in particolare nei pazienti diabetici, e prevenire così le malattie cardiocircolatorie. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista "Circulation". (lm&sdp) [Fonte: LaStampa.it|Benessere - 24/08/2009] |