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Contro l'influenza facciamo scorta di «vitamina del sole»
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Gli alimenti che possono aiutarci a evitare un inverno di starnuti e tosse

MILANO- Se si parla d’influenza e di vitamine, viene subito in mente la C. Da qualche tempo, però, è la D, la cosiddetta "vitamina del sole", ad attirare l’attenzione dei ricercatori. Che il sole abbia un effetto benefico nei confronti delle patologie respiratorie si era intuito già in passato: non a caso, prima della scoperta degli antibiotici, la terapia elettiva per la tubercolosi era "la cura del sole". E poiché l’esposizione alla luce solare stimola la formazione di vitamina D nella cute, viene naturale pensare al coinvolgimento di questa sostanza.

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Proprio di recente, in uno studio pubblicato dai Proceedings of the National Academy of Sciences e condotto su 300 persone a Città del Capo, in Sudafrica (Paese in cui l’incidenza di tubercolosi è elevata), si è osservato che bassi livelli di vitamina D erano associati a un’aumentata suscettibilità alla tubercolosi. Quanto all’influenza e alle malattie di stagione, in un altro studio pubblicato dal British Journal of Nutrition, condotto nel Regno Unito su più di 6700 adulti, si è visto che più erano elevati i livelli di vitamina D, più basso era il rischio d’infezione.

«Che la vitamina D abbia un ruolo nel prevenire le infezioni virali — commenta Lucia Malaguarnera, professore di patologia generale e immunologia all’Università di Catania e coautore di una rassegna sulla vitamina D, pubblicata da Immunology — lo suggerisce già l’osservazione che le sindromi influenzali hanno un picco in inverno, quando la sintesi di vitamina D cutanea è debole. Un’altra conferma viene dal fatto che nei bambini con grave carenza di vitamina D la suscettibilità alle infezioni, soprattutto virali, si manifesta prima dei segni di rachitismo. Insomma, la vitamina D non è solo un regolatore della formazione ossea, ma è anche un immuno-modulatore. Per esempio, induce nei monociti, nei neutrofili e in altre cellule immunitarie la produzione di proteine antimicrobiche. Il consiglio è dunque quello di non trascurare la vitamina D, che tra l’altro sembrerebbe proteggere anche da malattie cardiovascolari, diabete, molti tipi di cancro e numerose patologie autoimmuni».

E il dosaggio? «In molti casi — risponde Malaguarnera — basta l'esposizione alla luce solare. Se è insufficiente, come è facile accada in inverno, e sempre sotto i 4 anni, per le donne in gravidanza o allattamento e per gli anziani si consiglia di introdurre con la dieta o con integratori (chiedendo consiglio al medico o al nutrizionista) 5 mcg al giorno di vitamina D (che salgono a 10 mcg per anziani e lattanti).

C. F.

[Fonte: CorrieredellaSera.it - Salute/Nutrizione - 10 novembre 2011]





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