Meglio un peperone oggi che un’amnesia domani. Parola dei ricercatori dell’Università dell’Illinois: nell’orto c’è la chiave per non far impoverire la materia grigia. Si chiama
luteolina e il
Journal of Nutrition dà un assaggio di tutte le proprietà buone che la sostanza regala a chi se ne nutre. Ma in quali cibi si trova la luteolina? I ricercatori guidati da
Rodney Johnson direttore del Dipartimento di Scienza Nutrizionale, li elencano:
carote, sedano, olio d’oliva, menta, rosmarino e camomilla, insieme al peperone. Il nuovo studio ha esaminato gli effetti della luteolina nell’alimentazione dei topi: garantisce una riduzione di citochine, molecole infiammatorie che agiscono sul cervello. Con l’invecchiamento, le cellule della
microglia, localizzate nel cervello e nel midollo spinale, “subiscono una deregolamentazione e iniziano a produrre livelli eccessivi di citochine infiammatorie”, spiega Johnson.
I ricercatori hanno dimostrato che le cellule microcigliali quando sono esposte a tossine batteriche producono le molecole infiammatorie, danneggiando i neuroni. Nei topi che hanno ricevuto la luteolina questo processo degenerativo è stato rallentato. Gli effetti cognitivi sono più evidenti nella popolazione adulta. La risposta dei topi ha svelato che l’
ippocampo, regione cerebrale deputata alla memorizzazione, funziona meglio, garantendo punteggi più alti nei test d’apprendimento.