Una dieta ricca di proteine per migliorare la salute di giovani e anziani
Una colazione adeguata è alla base di una buona salute, questo già lo sapete; ma secondo un nuovo studio, alla base di una vita sana anche in tarda età, non c’è soltanto una colazione “abbondante” ma una colazione ricca di proteine. Solo così si può garantire una buona massa muscolare, un ridotto grasso addominale ed evitare fenomeni degenerativi come quelli collegati alla perdita del volume osseo. «Gli esseri umani hanno la capacità di costruire la muscolatura a qualsiasi età, tuttavia negli anziani si nota spesso un insufficiente apporto proteico che porta a una condizione di sarcopenia [perdita di massa muscolare degenerativa] e osteoporosi», afferma Douglas Paddon-Jones, dell’Università del Texas (Usa). Anche secondo il dietologo e nutrizionista sportivo, Marie Sprano, l’integrazione di proteine nella propria dieta sono molto importanti visto che queste costituiscono circa il 33% della massa corporea, e il 50% di quella ossea. «Le diete proteiche (in modo ottimale, tra 25 e 30 grammi di proteine a pasto) sono associate a una massa ossea maggiore e un minor numero di fratture nei casi in cui l’assunzione di calcio sia adeguata», spiega Spano. Inoltre, sostituire i carboidrati con le proteine può prevenire l’obesità e ridurre il rischio di malattie ad essa associate come, per esempio, il diabete di tipo 2. Secondo Spano, quindi, passare a una dieta iperproteica potrebbe ridurre i costi sanitari e migliorare la mobilità delle persone anziane, aiutandole così a vivere serenamente la terza età. Insomma, se davvero si ottengono dei risultati così importanti, vale la pena di provare. Ricordiamo solo che i soggetti sofferenti di gotta o di accumulo di acido urico dovrebbero limitare il consumo di proteine, in particolare quelle animali. Vi sono anche altri alimenti, non di origine animale, che contengono comunque una buona quantità di proteine; tra questi vi sono la soia, le arachidi, le nocciole, i fagioli, i piselli e legumi in genere, il riso, le patate che possono essere consumati in quantità adeguate e seceondo quanto consigliato dal proprio medico curante. (lm&sdp) I risultati di questo studio sono stati presentai al “2010 IFT Annual Meeting and Food Expo” tenutosi dal 17 al 20 luglio a Chicago. [Fonte: LaStampa.it|Benessere - 27/07/2010]
|